Prendersi cura di sé con l’intelligenza emotiva

Conoscenza e consapevolezza ci rendono capaci di sentire meglio noi stessi e gli altri. Ed una buona sintonizzazione aiuta a costruire relazioni salde. I legami sono le strade che ci mettono in contatto con gli altri: costruiamo reti affettive, amicali, sociali, professionali per comunicare, scambiarci informazioni, condividere esperienze, garantirci bisogni.

Tutto questo movimento ha il ritmo dell’emozione, quel sentire che mi avvicina oppure allontana dagli altri. Apprendere l’andamento di questi suoni, talvolta sottili e lenti come una leggerissima malinconia, oppure gravi, duri e rapidissimi come un improvviso moto d’ira, è possibile attraverso l’esercizio dell’intelligenza emotiva. Con tale intelligenza decodifichiamo l’emozione mediante il linguaggio verbale e del corpo ed entriamo in relazione con gli altri in maniera più o meno empatica, chiara e diretta.

E l’esperienza comune ci insegna che più siamo capaci di esprimere bene il nostro mondo interiore (idee, pensieri, aspettative, vissuti) più siamo a nostro agio con gli altri, risultiamo funzionali nei contesti lavorativi, amabili ed apprezzati negli ambienti familiari ed amicali. In genere siamo colpiti da persone simpatiche, e tendiamo a respingere chi si presenta resistente e poco accogliente. Le abilità sociali sono gli abiti con i quali ci presentiamo agli altri. Però l’appropriato abito esterno si costruisce all’interno! Quindi per saper scegliere quello giusto per le varie circostanze è necessario essere sintonizzati con le proprie emozioni per sentire se stessi e gli altri e scegliere come comportarsi. Per riuscirci occorre allenamento costante, ricerca e motivazione al miglioramento continuo.

Sentirsi alla guida delle proprie emozioni crea benessere e genera salute. Gestire l’energia dell’emozione, rende capaci di riequilibrare il flusso dal basso verso l’alto quando occorre essere attivi e dall’alto al basso quando è utile raccogliere le forze, riflettere, ri-posare. In tal senso, l’intelligenza emotiva è anche uno strumento di prevenzione: saper riconoscere e sciogliere blocchi emotivi rende persone più sane, l’organismo è libero di respirare, sentire, lasciar fluire, essere ben piantati.
Attraverso l’intelligenza emotiva ci si prende cura di sé!

Per esercitare la facoltà dell’intelligenza emotiva, è stato messo a punto un percorso di formazione che tratta sia l’aspetto psicologico che quello relazionale.

Gli incontri hanno una doppia conduzione (dott.ssa Graziella Allievi, psicologa e psicoterapeuta, dott.ssa Maria Vittoria Lanzara, formatrice e counselor) e si prefiggono di esplorare questi due ambiti

? come funziona l’emozione, come incide e caratterizza la personalità
? come l’emozione agisce nella relazione/comunicazione con l’altro

In questi anni di attività (all’attivo 5 edizioni) i partecipanti sono stati guidati ad approfondire le 5 emozioni di base, caratteristiche e fisiologia di ognuna ed a riconoscere le forme che prende in ciascuna persona, come si modellano in base ai vissuti, esperienze, storie, cultura, ambiente sociale. Il percorso diviene una palestra per l’emozione in cui aumenta la consapevolezza di se stessi e migliora la capacità di costruire relazioni positive.

Cosa si fa nel percorso competenze emotive

Facciamo formazione personale, approfondiamo alcuni temi a partire dalle nostre esperienze con l’obiettivo di cambiare/migliorare dei comportamenti

  1. Pratichiamo e ci sperimentiamo (sentire emotivo, sensoriale, logico-razionale) mediante semplici attivazioni per comprendere attraverso il corpo, la mente, il cuore
  2. Acquisiamo conoscenze scientifiche sapere quale sia il funzionamento del circolo emotivo (in che modo il corpo e gli organi sono coinvolti) consente una trasformazione dell’emozione ossia una gestione: anziché sopprimere, guidare l’energia emotiva consapevolmente e renderla vitale
  3. Ci esercitiamo per aumentare la Consapevolezza di sé, l’Empatia, l’Ascolto atteggiamenti base dell’intelligenza emotiva, risorsa di cui ciascuno è dotato e della quale, nella maggior parte dei casi, ce ne serviamo in maniera “cieca” con il rischio di far male a se stessi ed agli altri.
  4. Consideriamo il gruppo dei partecipanti uno “strumento di lavoro”. Dal confronto è possibile dimensionare la propria esperienza e quindi avere una conoscenza più “oggettiva” di se stessi e delle proprie reazioni. Nella formazione esperienziale, il gruppo, gli altri, ci fanno da specchio, ciò consente di vedere aspetti di sé, che da soli non riusciremmo a scoprire. Ed Avere più conoscenza ci rende più sicuri, meno impulsivi e più intelligentemente emotivi!

qui trovi la locandina della V edizione, per qualsiasi curiosità contattaci , per le news dell’ultimo minuto seguici sulla pagina FB 🙂